Zero Tolerance

2016
Printed digital photo elaborations (100cm x 100cm each)

@GangCity - 15th Venice Architecture Exhibition - La Biennale di Venezia (Parallel Events, Spazio Thetis), Venice.


Since 2000, crime has become a key issue in the political and public debate in Cape Verde, the tiny insular state off the coast of West Africa and a well-known transit point for international cocaine trafficking. The birth of small gangs on the outskirts of the capital city Praia, identifying with specific neighbourhoods and involved in wars with gangs from rival areas, has been particularly shocking. The thugs, as the members of these small gangs are called in Cape Verde, have become the folk-devils of Cape Verdean society, contributing to the stigmatization and criminalization of youth in general and of the rise of the hip-hop culture on the outskirts of Praia.
The Cape Verde government adopted a repressive approach to gang-related crime, laying siege to public areas and the outskirts. This has led to a massive increase in the jail population that has almost doubled in the last 10 years (around 200 inmates per 100,000 national population, the highest rate among Western African countries). Fatally, in a situation of increasing class polarization of Cape Verdean society, these local policies tend to target the poorer strata of the population with few, if any, preventive and social measures being implemented. An analysis of recent politics in Cape Verde points to a shift from a ‘welfare-state’ to a ‘penal-state’: economic liberalism, deterioration of the social state, and improvement and glorification of the penal state.
São Martinho prison in Praia was originally designed for 250 prisoners. Due to the increase in jail population new buildings have been build in 2012. The three panels obsessively repeat pictures I took during the construction of these new buildings, drawing attention to the violence and inefficacy of purely repressive measure to deal with youth and gang-related crime.

The installation is based upon an ethnographic research carried out between 2010 and 2013 on youth crime and the securitization of the public space in Cape Verde. The research was funded through a post-doctoral grant of the Portuguese Science and Technology Foundation.



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Tolleranza Zero
2016

Stampe di elaborazioni a partire da foto digitali (100cm x 100cm)

@Gangcity - 15ª Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia (Eventi Collaterali | Spazio Thetis), Venezia

Dal 2000, la criminalità è diventata una questione chiave nel dibattito politico e pubblico a Capo Verde, il piccolo stato insulare al largo della costa dell'Africa occidentale e noto punto di transito per il traffico internazionale di cocaina. In particolare, la nascita di piccole gang alla periferia della capitale Praia, che si identificano con quartieri specifici e sono frequentemente coinvolte in guerre con gang rivali, è stato particolarmente scioccante. I thug, come i membri di queste piccole gang sono chiamati a Capo Verde, sono diventati i folk devils della società capoverdiana, contribuendo alla stigmatizzazione e criminalizzazione dei giovani in generale e della cultura hip-hop nella periferia di Praia.
Il governo di Capo Verde ha adottato un approccio repressivo al crimine relazionato con le gang, letteralmente prendendo d’assedio intere aree pubbliche e alcune zone della periferia. Questo ha portato a un enorme aumento della popolazione carceraria che è quasi raddoppiata negli ultimi 10 anni (circa 200 detenuti ogni 100.000 abitanti, il tasso più alto tra i paesi dell'Africa occidentale). Fatalmente, in una situazione di crescente polarizzazione di classe della società capoverdiana, queste politiche repressive tendono a colpire gli strati più poveri della popolazione con pochissime misure sociali ed economiche rivolte alla prevenzione. Un'analisi delle recenti politiche sociali a Capo Verde mostra chiaramente un passaggio da un welfare state a uno ‘stato-penale': liberalismo economico, deterioramento dello stato sociale, e miglioramento e glorificazione dello stato penale.
Il carcere di São Martinho a Praia è stato originariamente progettato per 250 detenuti. A causa dell'aumento della popolazione carceraria, nuove strutture sono state costruite nel 2012. I tre pannelli qui presentati ripetono ossessivamente foto che ho scattato durante la costruzione di questi nuovi edifici, richiamando l'attenzione sulla violenza e l’inefficacia delle misure puramente repressive per fronteggiare la criminalità giovanile e il fenomeno delle gang.

Questo lavoro é il risultato di una ricerca etnografica svolta a Capo Verde tra il 2010 e il 2013, sul fenomeno della criminalità giovanile e sicuritizzazione dello spazio urbano. La ricerca é stata finanziata tramite una borsa di post-dottorato della Fondazione per la Scienza e la Tecnologia del governo Portoghese.